La normativa in Italia (decreto 31/2001) prevede il rispetto di requisiti minimi di salubrità e qualità fisica, chimica, microbiologica e radiologica delle acque nel punto in cui le acque sono disponibili per il consumo.
La rispondenza delle acque ai requisiti di legge è regolamentata dalla sorveglianza operata dai gestori idrici e dalle autorità sanitarie.
Dunque, salvo casi di inquinamento locali segnalati come l’arsenico in Lazio o i Pfas in Veneto, l'acqua di rete è sicura e garantita.
MA FINO A CHE PUNTO?
La qualità dell’acqua di rete viene garantita dai gestori del sistema idrico nazionale fino al contatore.
Cosa significa acqua garantita fino al contatore?
Significa che dall’acquedotto al contatore, si garantisce la potabilità dell’acqua.
Dal contatore al rubinetto, la qualità dell'acqua dipende da qualcosa che riguarda esclusivamente la gestione individuale o condominiale della propria abitazione, ovvero dalla condizione delle tubature.
Per usare un'acqua priva di sostanze nocive (come ad esempio piombo) non basta quindi affidarsi alla potabilità dell’acqua garantita dalla legge ma bisogna preoccuparsi dello stato di salute delle proprie tubature.
Specialmente se si vive in case ed edifici vecchi, le tubature potrebbero essere usurate, piene di ruggine, piombo o calcare.
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